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Cinque doppi ex che non ti ricordavi di Brescia e Palermo

Inizia il campionato di Serie B e riscopriamo alcuni doppi ex di Brescia e Palermo.

Prende il via finalmente il campionato di Serie B per la stagione 2024-25 e si parte ancora una volta dal Rigamonti, per una grande sfida tra Brescia e Palermo. Biancoblu e rosanero hanno avuto la fortuna per anni di acclamare grandi campioni che hanno vestito entrambe le maglie. Ben noti a tutti i passaggi di giocatori come Luca Toni, Andrea Caracciolo o i gemelli Filippini, con questi che non hanno bisogno di presentazione e con tutti gli appassionati che li ricordano con entrambe le maglie. Sono davvero tantissimi coloro che sono stati acclamati tra Brescia e la Sicilia, ma probabilmente questi cinque non li ricordavate da ambo i lati.

PIETRO ACCARDI

Cuore palermitano al 100%, Pietro Accardi fu un ottimo difensore adattabile sia al centro che sulla corsia laterale mancina e che dopo aver iniziato in Sicilia a Marsala, dal 2000 entrò stabilmente nel suo Palermo. Nel primo anno conquistò la promozione dalla C1 alla B, pur senza giocare nemmeno un minuto, per poi debuttare in B l'anno seguente e diventare un titolare tra il 2002 e il 2004, diventando così uno degli eroi della storica risalita in A.

Purtroppo per lui nel 2004-05 a Palermo arrivò Fabio Grosso e la fascia sinistra per lui fu un miraggio. In due anni giocò solo sette partite, limitato anche dagli infortuni e nel 2006 passò alla Sampdoria. A Genova tornò titolare, anche se nella stagione della mitica Champions League fu solo una riserva. Nell'anno seguente giocò poco e a gennaio passò al Brescia, dove non riuscì a evitare la retrocessione delle Rondinelle e nell'ultima giornata di campionato segnò il suo unico gol biancoblu contro la Fiorentina. L'anno seguente si districò ancora tra Genova e Brescia senza lasciare il segno, salvo chiudere la carriera a Empoli.

FABIO BILICA

Marcatore che non è mai andato troppo per il sottile, capace di arginare gli attacchi avversari alle volte anche con le cattive maniere. Fabio Bilica è arrivato in Italia giovanissimo, con il Venezia che 19 anni lo prelevò dal Vitoria e lo fece esordire in Serie A, rimanendo per ben quattro anni in quel della Laguna. La cessione arrivò dopo la retrocessione dei veneti dalla A alla B nel 2002 e fu proprio il Palermo ad acquistarlo. 

Il passaggio in Serie B fu globalmente positivo, tanto è vero che a gennaio tornò nella massima categoria al Brescia, nonostante lo stupore generale. Nel 2001 infatti Roberto Baggio aveva accusato Bilica di averlo minacciato di violenza fisica. All'ombra del Cidneo, Bilica disputò comunque una buona seconda parte di stagione, giocando spesso da titolare e diventando importante per la salvezza, ma a fine anno fu ceduto all'Ancona e iniziò un lungo peregrinare in giro per il mondo, anche se quella con i marchigiani fu la sua ultima apparizione.

OUASIM BOUY

Quando si parla di un possibile grande talento che non è mai riuscito del tutto a sbocciare, un pensiero sicuramente va a Ouasim Bouy. L'olandese di origine marocchina ha avuto la fortuna di giocare nei settori giovanili di due delle più grandi squadre al mondo come Ajax e Juventus e proprio da Madama arrivò a Brescia nell'estate del 2012. Il talento era evidente, ma anche quella fragilità sia fisica che in certi versi anche comportamentale.

Già alla prima partita a Brescia trovò la via del gol contro lo Spezia, ma per il resto la sua stagione fu complessivamente deludente. 17 presenze e nessun'altra rete, prima di tornare alla Juventus e iniziare miriade di prestiti. Dall'Amburgo al Panathinaikos passando allo Zwolle, prima di tornare in Italia con la maglia del Palermo, dove giocò le sue due uniche presenze in Serie A senza lasciare il segno. Da due anni non trova una squadra.

FRANCESCO DELLA ROCCA

Centrocampista duttile e capace di correre in tutte le zone del campo, Francesco Della Rocca non riuscì a sfondare come molti avrebbero creduto da giovane, visto le sue presenze nelle selezioni giovanili azzurre fino all'Under 20. Scuola Bologna, Della Rocca giocò con i rossoblu fino a metà dell'anno 2007-08, prima di passare tra Avellino e Sassuolo e nell'estate del 2009 fu preso in considerazione del Brescia di Alberto Cavasin.

Con il tecnico veneto non vide mai il campo, mentre Iachini provò a dargli spazio, anche se solo per tre scampoli di partita, prima di lasciare a gennaio il Rigamonti e passare al Perugia in Serie C. A sorpresa tornò a Bologna l'anno seguente e fu un titolare, con l'annata 2011-12 che lo portò al Palermo dove fu una pedina preziosa per Devis Mangia. L'addio del tecnico e l'arrivo di Bortolo Mutti lo relegò ai margini e in Serie A sarà solo una comparsa tra Fiorentina, Siena, Bologna e ancora Palermo prima di tornare in B tra Perugia e Salernitana.

DAVIDE LANZAFAME

Con grande entusiasmo, sicuramente eccessivo, qualcuno aveva parlato di Davide Lanzafame come il possibile "Cristiano Ronaldo italiano". Un'affermazione che indubbiamente non ha avuto conferma con i fatti, ma da giovane vi era davvero tanta fiducia attorno a Lanzafame. Il talento del ragazzo nato a Torino si mise in mostra con il Bari nella stagione 200-08 con Antonio Conte e questo gli permise di andare al Palermo l'anno seguente.

In rosanero però sembrava ancora troppo acerbo, motivo per il quale tornò a Bari e ottenne la promozione, tornando così in A a Parma e diventando protagonista degli emiliani. La rifondazione della Juventus convinse i dirigenti bianconeri a tenerlo a Torino, ma dopo sei mesi deludenti venne ceduto in prestito al Brescia. Le Rondinelle volevano creare un attacco da sogno con lui, Diamanti, Eder e Caracciolo, ma in biancoblu disputò 13 partite deludenti e senza spunti. L'anno seguente passò al Catania senza lasciare il segno e le migliori soddisfazioni le ebbe in Ungheria con Honeved e Ferencvaros.