cella404

.

Cinque doppi ex che (forse) non ricordavi di Brescia e Catanzaro

 

Il Brescia va a Catanzaro per la prima gara dei playoff, con qualche doppio ex che guarderà con interesse la sfida.

 

Ancora una volta avanti a stagione conclusa, ancora una volta con la terra di Calabria nel destino della Leonessa, ma questa volta con il dolce sapore dell'impresa e non di certo con la paura di una drammatica, sportivamente parlando, retrocessione in Serie C. Dal Marulla di Cosenza al Ceravolo di Catanzaro ci sono 100 km esatti, ma per il Brescia c'è di mezzo un anno terminato con la stagione 2022-23 conclusa con la retrocessione, la rabbia della curva, la squalifica di due giornate dello stadio e un campionato di Serie B iniziato alla quarta giornata, guarda caso ancora con il Cosenza, ancora dal Rigamonti come dopo il playout dell'1 giugno 2023 e un'annata 2023-24 trionfale, a prescindere da come andranno i playoff. Catanzaro non è Cosenza, anche per il rapporto tra i tifosi e il gemellaggio storico tra i giallorossi e i biancoblu, con una storia e un rapporto che non si incrinerà di certo al termine del primo turno dei playoff che porterà una delle due ad affrontare in semifinale la Cremonese. Due squadre legate non solo dall'amicizia tra le due tifoserie, ma anche da una serie di giocatori che hanno vestito entrambe le maglie e forse non tutti si ricordano di questi cinque doppi ex.

ANTONIO CRINITI


Centrocampista, attaccante, trequartista e fantasista, insomma Antonio Criniti è stato negli anni '90 quel calciatore estroso e di talento che forse avrebbe potuto più volte compiere il salto di categoria senza mai riuscirci del tutto. Nato a Pinerolo il 29 ottobre del 1970, iniziò la propria carriera nella Calabria, terra natia dei genitori, e fu proprio con il Catanzaro che iniziò a mettersi in mostra. Il suo primo gol tra i professionisti arrivò nel 1989, in occasione di una sfida dei calabresi contro la Triestina, ma alla fine fu Serie C, prima del passaggio a Cagliari nel 1991, dove assaggiò anche la Coppa Uefa e la semifinale contro l'Inter, dove segnò il gol del 2-2 nella vittoria per 3-2 al Sant'Elia.

 

Brescia sembrava poter diventare una grande tappa per lui, dopo il passaggio a Palermo prima e ad Avellino poi, ma in biancazzurro non riuscì a esplodere. Le reti contro Lucchese e Salernitana lo fecero entrare nel tabellino dei marcatori nell'anno della promozione 1996-97 con Edy Reja in panchina, ma nel mercato di riparazione passò alla Reggina. A Brescia giocò anche due partite in Serie A l'anno seguente, ma poi iniziò un lungo peregrinare in giro per l'Italia, con la provincia bresciana che gli rimase nel cuore, allenando anche per un anno il Montichiari.

VALERIO DI CESARE


Difensore roccioso, dotato di talento e classe, con Di Cesare che ha dimostrato il proprio talento in ogni piazza nella quale ha potuto giocare. Il romano aveva iniziato nella sua Lazio prima di trasferirsi sulle sponde del Tamigi e giocare con il Chelsea ben 30 partite, prima del ritorno in Italia. Tanti prestiti da Londra tra Avellino, Albinoleffe e infine Catanzaro, nella sciagurata annata 2005-06, conclusasi con la Serie C.

 

Fu però negli anni seguenti uno dei punti di forza del Mantova prima e del Torino poi, conquistando una meritata promozione in Serie A nel 2012. Nel 2013 fu scelto da Marco Giampaolo a Brescia, peccato che le sue due annate a Mompiano furono positive sul piano personale, con ben sette gol in due stagioni, ma ricche di delusioni a livello di squadra, con tanto di retrocessione nel 2015, poi tolta per il fallimento del Parma. A Brescia ha lasciato un buon ricordo, prima di passare al Bari dove gioca ancora oggi a 41 anni.

MASSIMILIANO ESPOSITO


Il talento non è mai mancato a Massimiliano Esposito, riuscendo a mettersi in mostra anche in piazze importanti del calcio italiano, ma a Brescia arrivò nel momento sbagliato. Gli inizi della propria carriera con il Catanzaro, squadra nella quale giocò in Serie C2, meritandosi la chiamata della Reggiana in Serie A. Le ottime prove lo portarono nel 1995 alla Lazio, con il debutto da sogno con doppietta al Piacenza che purtroppo non portò a una stagione degna di nota come da attese.

 

Un passaggio nella sua Napoli e poi Verona e Perugia, prima di passare a Brescia nel 2000, proprio l'anno in cui arrivò Roberto Baggio. Spesso usato in un ruolo simile a quello del Codino, per Esposito non fu semplice giocare e in biancoblu segnò solo una rete alla Reggina, su delizioso assist proprio di Roby. Se ne andò nel gennaio del 2002 in direzione Chievo, prima di qualche annata in B tra Ternana e Triestina.

DAVIDE MICILLO


Portiere reattivo e navigato nella provincia italiana, Davide Micillo era considerato da giovane un ragazzo promettente e di talento, cresciuto nel settore giovanile della Juventus. Con la Signora non ebbe però mai modo di debuttare tra i grandi, per questo motivo iniziò un lungo girovagare tra Ancona e Ravenna, tra il Genoa e il Cesena passando anche per l'Atalanta. Nel 2002 passò da Cosenza a Brescia, mentre in Calabria andarono Castellazzi e Agliardi in prestito, con Micillo che subentrò dopo poche giornate a un incerto Srnicek, giocando sette partite in attesa del rientro di Sereni.

 

Giocò anche un derby contro l'Atalanta, purtroppo perso per 2-0, ma si fece apprezzare per un'eccellente prestazione nello 0-2 di Torino contro i granata. A fine anno se ne andò ad Ascoli e nel 2005 passò per pochi mesi al Catanzaro, dove giocò cinque partite. In Calabria visse la triste vicenda legata a Catanzaro-Treviso, partita nella quale il Procuratore Federale deferì la squadra calabrese a causa di un'aggressione ai danni di Micillo da parte di quattro individui non identificati, come si lesse nel comunicato ufficiale. Per fortuna furono minime le conseguenze per il portiere, ma naturalmente a fine anno se ne andò in direzione Novara.

ANDREA SUSSI


Terzino sinistro a tutto campo, giocatore di fiato e di gamba che si faceva apprezzare per la propria generosità. Andrea Sussi ha incarnato per tanti anni l'esempio classico del terzino di provincia, partendo dalla sua Toscana, con la maglia dell'Arezzo, e poi passando via via tra Cesena, Spal Ascoli, Perugia, Reggina, Salernitana e Genoa. La grande occasione per lui arrivò Brescia nel 2001, ma purtroppo non legò mai con il pubblico del Rigamonti.

 

Segnò il suo unico gol in terra lombarda in casa contro il Chievo, in un 2-2 carico di polemiche e con Sussi che si sfogò a causa dei continui, e spesso ingenerosi, fischi da parte del proprio pubblico. A fine anno tornò in B alla Ternana prima di due annate in A, con altrettante retrocessioni, tra Ancona e Bologna, prima di passare nel 2005 al Catanzaro. Rimase solo sei mesi, dopo un'annata molto complicata, ma prima di passare ad Avellino a gennaio ci tenne a complimentarsi per l'attaccamento che il pubblico di Catanzaro aveva mostrato verso la squadra.

.

.